domenica 21 luglio 2013

Distrazioni esagerate

da  https://plus.google.com/u/0/110342276529548658611

Quando mi trovo davanti un pubblico particolarmente distratto mi permetto di raccontare il seguente aneddoto:

"Un tizio con indosso una camicia grigia,molto sofisticata, un paio di calzoni chiari e scarpe marroni, ma per niente eleganti, entra in un supermercato. 
Il tizio è uscito in fretta da casa e per pura fortuna è riuscito a trovare la strada per raggiungere l'esercizio commerciale. 
Il carrello lo ha preso giusto perché sapeva dove veniva abitualmente riposto. 
Nonstante il supermercato fosse perfettamente fornito di ogni ben di Dio, egli si attardava in un unico reparto, ma incontrando notevoli difficoltà nello scegliere l'articolo più adatto. 
In effetti non aveva che una unica possibilità di effettuare le proprie valutazioni: quella di affidarsi al tatto, l'unico senso che si era ricordato di portare con sé.
Gli altri quattro se li era dimenticati con la testa chissà dove!
Il reparto in cui si trovava conteneva solo teste, ma di entrambi i generi e per giunta mischiati lungo le scaffalature.che le contenevano.
Chissa che pazienza dovevano avere le cassiere per tutte le volte che tornava indietro a cambiare la testa che non andava: altro che quella delle cassiere dei soliti esercizi commerciali!"


Ogni volta che finivo di raccontarla, tra il pubblico c'era sempre qualcuno che iniziava a toccarsi addosso, chiaro segno che il mio aneddoto aveva sortito l'effetto sperato: far ricordare a qualcuno di aver dimenticato qualcosa.
Ma il massimo si è avuto quella volta in cui tutto il pubblico seduto in prima fila si è tastato la testa, immaginando di averla dimenticata da qualche altra parte!


(Complimenti a Jami Jamer per la sua strepitosa espressione artistica: veramente ispirante!)

venerdì 19 luglio 2013

Tasso alcolemico

da http://www.ridichegratis.com/2012_12_27_archive.html


Devo stare attento con il tasso alcolico delle mie battute.

Una volta come pubblico ho avuto un uditorio di astemi, ma non lo sapevo, dopo lo spettacolo hanno avuto problemi di ubriachezza e sono stato denunciato per aspersione abusiva di sostanze alcoliche.
 
La Stradale, appostata a cento metri dal locale, era risalita a me dopo che molti di loro erano finiti fuori strada con le loro utilitarie: dalla prova del palloncino era risultato che avevano preso tutti una bella sbronza.

Ultimamente nei miei spettacoli utilizzo sempre un rilevatore di tassi alcolemici, che suona per avvisarmi quando supero la soglia consentita.
Non vorrei prendere altre multe salate, potrei rischiare di perdere anche il mio prezioso senso dell'umorismo!


lunedì 15 luglio 2013

Improvvisazione, precisione e molteplicità narrativa

da  http://www.orologeriatorino.it


L'Improvvisazione è sicuramente la qualità più importante che un umorista deve possedere per riuscire a mantenere viva l'attenzione nel corso dei suoi spettacoli.
Non avete idea di quanto sia difficile riuscire a farla sopravvivere durante la durata di un intero spettacolo comico. Pensate che ci sono umoristi che, dietro le quinte, fanno sostare per ore una intera equipe di pronto intervento sanitario, con tutte le più sofisticate attrezzature di rianimazione, con l'ordine perentorio di intervenire ai primi sintomi di decadimento dell'attenzione.
Una volta addirittura accadeva che una persona del pubblico si sentiva male e l'umorista sul palco tentava in tutti i modi di impedire ai membri dell'equipe sanitaria di prestare i primi e indispensabili soccorsi, temendo che, se l'attenzione fosse venuta meno, lui non avrebbe potuto usufruire della loro opera. Il pubblico in sala, notando la grande enfasi con cui l'umorista interpretava le sue ragioni, aveva addirittura immaginato che si trattasse di una geniale trovata per ravvivare uno spettacolo altrimenti destinato ad incanalarsi sui consueti binari comici, ma del tutto privi degli inaspettati slanci e applaudiva divertito. Ovviamente l'umorista, avendo colto immediatamente il senso degli applausi, aveva opportunamente improvvisato un seguito adeguato riscuotendo un inatteso successo.
Buttare giù il brogliaccio di uno spettacolo non è difficile: scrivere per far ridere è come disseminare un tranquillo sentiero piano di bucce di banane e trabocchetti, ma facendo attenzione a non farli vedere se non all'ultimo, quando è ormai troppo tardi per riuscire ad evitarli. La parte difficile è fare in modo che, il meccanismo congegnato a parole su carta, si traduca in una pratica altrettanto riuscita ed efficace sul palcoscenico, inducendo il pubblico a non poter fare a meno di ridere.
La capacità di congegnare meccanismi è sinonimo di Precisione, altra importantissima dote che un umorista, con l'ambizione di risultare comico, deve assolutamente avere. Il comico deve concepire la comicità con la stessa attenzione con cui un orologiaio assembla le parti interne di un orologio per far si che riesca a scandire correttamente il tempo. Se un solo pezzo viene montato male, il pendolo non suona e la risata non risuona nel teatro.
Si racconta di un umorista che era solito assemblare le parti dei suoi spettacoli davanti al pubblico, senza nemmeno avere il tempo di riflettere su quello che faceva. Il pubblico apprezzava questa sua dote, ma, andando avanti con gli anni, la sua abilità si arruginiva e un giorno faceva confusione, montando i pezzi nel modo peggiore, l'effetto che ne derivava non era per nulla comico. Il pubblico non rideva e non gradiva quella incapacità comica. Ovviamente quell'umorista ha smesso di fare quel mestiere, almeno in prima persona, ricorrendo a fornire, sotto pseudonimo i suoi testi ad altri comici, più giovani ed abili nell'accontentare gli umori del pubblico.
Ma saper improvvisare e montare il meccanismo comico non basta per far si che una narrazione sia veramente apprezzata dal pubblico. Occorre anche la Molteplicità, la capacità cioè di saper esprimere più significati con una unica azione narrativa (costituita da gestualità e parole). Questo è necessario poiché il pubblico non è costituito da un'unica persona, che ha un solo gusto e che recepisce un solo linguaggio narrativo. Esso è costituito da un insieme di persone, che hanno gusti diversi e che recepiscono le diverse sfumature dei linguaggi narrativi. Quanto più si riesce a fornire una comicità ad ampio spettro, tanto più si avrà successo, in quanto si intercetterà maggiormente il gradimento dei diversi componenti del pubblico.

Scrittura comica

da  http://blog.fotolia.com


Un umorista che si mette a scrivere un libro
è un gran maleducato:
scarabocchia le parole di un altro
con inaudita insolenza,
impedendo ad altri di leggere
e alterando il senso di ciò 
che in precedenza vi era stato impresso
per dar modo ai lettori di cogliere sfumature comiche,
altrimenti nascoste tra le righe.

Questa è la sua unica scusante,
ma pur di far ridere,
travolgerebbe di sberleffi
perfino il più serioso dei libri...


sabato 13 luglio 2013

Sguardo accigliato

da  http://arabpress.eu/egitto-bassem-youssef-lumorista-che-fa-tremare-la-fratellanza/

Lo sguardo accigliato di un umorista
può essere altamente nocivo
per chi detiene il potere,
data la corrosività
che è in grado di emanare.

Ancora più pericoloso
può essere contrariarne le battute,
che, in caso di censura eccessiva,
raggiungono
un tasso di velenosità
addirittura mortale!



Ciclo produttivo

 
da http://www.icitta.it

Un umorista , in genere, ha qualche difficoltà a mettere su famiglia: una moglie, di solito, cerca garanzie solide e non si accontenta di quelle offerte dalle battute che lui è in grado di produrre, a meno che le sue freddure non siano molto efficaci e il futuro suocero non gestisca una impresa di Pompe Funebri.
Ad un tale suocero fa sempre piacere accogliere un genero capace di far morire dal ridere tanta gente: in questo modo la clientela è assicurata, si conquistano nuove fette di mercato, si completa il ciclo produttivo e resta tutto in famiglia!

martedì 2 luglio 2013

Dispute condizionate

da  http://www.powerkarate.it/kyokushinkai-viaggio-nella-leggenda/



Il Responsabile del Benessere Ambientale dei Dipendenti
si trovò costretto a prendere di petto un fan coil
che si era messo in testa di essere un incrocio
tra un decespugliatore ed un trattore
durante una intensa ondata di calore da bollino rosso!

Piani tariffari insufficienti?

da  http://www.ilterrario.com/2012/09/i-radiohead-arrivano-in-italia-per.html

Che ci fossero problemi di comunicazione al Polo
lo si capiva quando un orso polare
arrivava alle cabine telefoniche.
Possibile che i Gestori non avessero
incluso nelle offerte vantaggiose
che tanto reclamizzavano
anche gli abitanti di quei luoghi?


Alcuni umoristi 
avrebbero potuto
includere queste battute
nel loro repertorio,
ma solo quelli specializzati
in freddure!

Slow food?

da  http://www.my-personaltrainer.it/dimagrire/sopravvivere-alle-abbuffate.html


Era andato al ristorante
perché doveva mangiare
con Calma,
non vedendola arrivare
si abbuffava di pietanze
per la rabbia,
non pensando affatto
al Colesterolo,
che si alzava di botto,
con gran disappunto dei camerieri
che poi dovevano ripulire tutto!

Umorismo turistico

da  http://it.wikipedia.org/wiki/Bocca_della_Verit%C3%A0


In Italia è inevitabile che un umorista prima o poi faccia due passi su sentieri turistici, spesso tirando fuori battute del seguente tenore:


Rapito 
da un Monumento

Turista scompare
senza lasciare traccia

si vocifera
su di una Sindrome
di un tale Stendhal.

Gli inquirenti
brancolano nel buio:
approfondendo eccessivamente
le loro indagini
sono finiti per errore
nei cunicoli presenti sotto la Città d'Arte! 


da https://www.facebook.com/RomaSotterranea

lunedì 1 luglio 2013

Problemi informatici

da  http://www.tomshw.it/cont/news/pensionato-spara-al-pc-in-crash-di-sistema/18646/1.html



Un ambito che consente molti spunti umoristici è quello dei P.C.
La sigla P.C. in un primo momento stava per Personal Computer, ma successivamente ha assunto un diverso significato: Posso Continuare, con il punto interrogativo finale, in quanto il notevole numero di problematiche che si verificavano durante l'utilizzo di quelle apparecchiature inducevano a porsi inevitabilmente tale interrogativo.
Per quanto riguardava la sottile disquisizione a chi fosse dovuta la responsabilità di tanta tormentata inefficienza tra Hard e Soft, i due ware non apparivano molto dissimili, nonostante uno doveva essere duro e l'altro morbido, a volte si piantavano senza dare speranze di riprendersi ai malcapitati che li avevano acquistati.
Guarda caso i maggiori intoppi nel loro utilizzo si verificavano sempre quando più era necessaria la continuità dell'efficienza per terminare un lavoro da consegnare di lì a poco, dimostrando ancora una volta l'esattezza del vecchio adagio secondo cui, proprio nel momento di maggior bisogno, l'apparecchiatura informatica avrebbe lasciato nei guai il suo possessore.
Non sono in molti gli umoristi che utilizzano questo argomento nei loro spettacoli. La spiegazione  potrebbe essere ricercata nella notevole diffusione dell'adagio tra le fasce del pubblico, segno che in molti sono rimasti scottati e non gradiscono ironie umoristiche.
L'ultimo umorista che ha osato percorrere questa ardita strada sta ancora scappando, inseguito a breve distanza da spettatori infuriati che intendono redarguirlo nei particolari, magari formattando il suo spirito umoristico con azioni esclusivamente manuali.