lunedì 15 luglio 2013

Improvvisazione, precisione e molteplicità narrativa

da  http://www.orologeriatorino.it


L'Improvvisazione è sicuramente la qualità più importante che un umorista deve possedere per riuscire a mantenere viva l'attenzione nel corso dei suoi spettacoli.
Non avete idea di quanto sia difficile riuscire a farla sopravvivere durante la durata di un intero spettacolo comico. Pensate che ci sono umoristi che, dietro le quinte, fanno sostare per ore una intera equipe di pronto intervento sanitario, con tutte le più sofisticate attrezzature di rianimazione, con l'ordine perentorio di intervenire ai primi sintomi di decadimento dell'attenzione.
Una volta addirittura accadeva che una persona del pubblico si sentiva male e l'umorista sul palco tentava in tutti i modi di impedire ai membri dell'equipe sanitaria di prestare i primi e indispensabili soccorsi, temendo che, se l'attenzione fosse venuta meno, lui non avrebbe potuto usufruire della loro opera. Il pubblico in sala, notando la grande enfasi con cui l'umorista interpretava le sue ragioni, aveva addirittura immaginato che si trattasse di una geniale trovata per ravvivare uno spettacolo altrimenti destinato ad incanalarsi sui consueti binari comici, ma del tutto privi degli inaspettati slanci e applaudiva divertito. Ovviamente l'umorista, avendo colto immediatamente il senso degli applausi, aveva opportunamente improvvisato un seguito adeguato riscuotendo un inatteso successo.
Buttare giù il brogliaccio di uno spettacolo non è difficile: scrivere per far ridere è come disseminare un tranquillo sentiero piano di bucce di banane e trabocchetti, ma facendo attenzione a non farli vedere se non all'ultimo, quando è ormai troppo tardi per riuscire ad evitarli. La parte difficile è fare in modo che, il meccanismo congegnato a parole su carta, si traduca in una pratica altrettanto riuscita ed efficace sul palcoscenico, inducendo il pubblico a non poter fare a meno di ridere.
La capacità di congegnare meccanismi è sinonimo di Precisione, altra importantissima dote che un umorista, con l'ambizione di risultare comico, deve assolutamente avere. Il comico deve concepire la comicità con la stessa attenzione con cui un orologiaio assembla le parti interne di un orologio per far si che riesca a scandire correttamente il tempo. Se un solo pezzo viene montato male, il pendolo non suona e la risata non risuona nel teatro.
Si racconta di un umorista che era solito assemblare le parti dei suoi spettacoli davanti al pubblico, senza nemmeno avere il tempo di riflettere su quello che faceva. Il pubblico apprezzava questa sua dote, ma, andando avanti con gli anni, la sua abilità si arruginiva e un giorno faceva confusione, montando i pezzi nel modo peggiore, l'effetto che ne derivava non era per nulla comico. Il pubblico non rideva e non gradiva quella incapacità comica. Ovviamente quell'umorista ha smesso di fare quel mestiere, almeno in prima persona, ricorrendo a fornire, sotto pseudonimo i suoi testi ad altri comici, più giovani ed abili nell'accontentare gli umori del pubblico.
Ma saper improvvisare e montare il meccanismo comico non basta per far si che una narrazione sia veramente apprezzata dal pubblico. Occorre anche la Molteplicità, la capacità cioè di saper esprimere più significati con una unica azione narrativa (costituita da gestualità e parole). Questo è necessario poiché il pubblico non è costituito da un'unica persona, che ha un solo gusto e che recepisce un solo linguaggio narrativo. Esso è costituito da un insieme di persone, che hanno gusti diversi e che recepiscono le diverse sfumature dei linguaggi narrativi. Quanto più si riesce a fornire una comicità ad ampio spettro, tanto più si avrà successo, in quanto si intercetterà maggiormente il gradimento dei diversi componenti del pubblico.

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